“… mi sono sentita ABITATA in quel lontano giorno - aprile 1952 - … e tu mi hai tenuta in te, mio Signore, oppure sei rimasto tu in me…. Mai più sola…ABITATA…” . (dal Diario)
“Vorrei che attorno al Signore, davanti a Lui, noi tutte potessimo cantare quello che a volte cantiamo in chiesa e che io non trovo il coraggio di dire - con cuore semplice e gioioso ho dato tutto. Ma io spero che un giorno il Signore, nella sua bontà, mi aiuterà a dagli tutto o se lo prenderà…perché Lui sa che questo io realmente lo voglio, Lui sa.” (Lettera del 1976)
“Se il mio corpo e il Suo sono una cosa sola, se il mio sangue e il Suo sono una cosa sola, allora è possibile essere sempre dono d'amore per tutti. Sempre, in ogni momento... Allora è possibile testimoniare sempre che Lui c’è e ci ama” (dal ritiro del 2006)
"Perdono! Perdono! Perdono!" (ultime parole di suor Leonella)
Stralci di lettere circolari di suor Leonella
Sgorbati, superiora regionale in Kenya,
(dal 1993 al 1999), alle sue
consorelle del Kenya.
« Noi non possiamo soccorrere i bisogni di tutto
il mondo, ma abbiamo un inderogabile dovere di essere autentiche testimoni di Cristo
nella nostra vita di ogni giorno, qui dove siamo. Sorelle carissime, rivediamo
assieme le nostre posizioni: siamo disposte a schierarci dalla parte dei più
poveri, dei più bisognosi, aiutandoli a crescere nella totalità senza creare
dipendenze? Siamo disposte a scelte che ci renderanno forse meno efficienti,
più povere, più spoglie e più abbandonate alla Provvidenza? Siamo disposte ad
andare a cercare coloro che il messaggio dell’Amore di Dio non l’hanno mai
conosciuto, anche se questo implica distacco e sacrificio fino a dare la vita?
Siamo disposte a dare la vita, a dare il
sangue se occorre, testimoniando la mitezza e la mansuetudine del Figlio?...
Sì, io credo di sì. Credo che nel cuore di ciascuna di noi è viva e vibrante la
freschezza della nostra prima chiamata». (Nairobi, 18.01.1994).
* * *
Il giorno 28.11.1914 arrivavano
in Kenya le prime missionarie della Consolata. Si era preparata la celebrazione
di questo ottantesimo anniversario (1994) con un “Anno della Missione”, ossia un anno intero di preparazione. Sr. Leonella scriveva per questa circostanza la seguente lettera
circolare da cui stralciamo qualche paragrafo:
[…] «A conclusione di questo “Anno della
Missione”, prendiamo in mano la nostra vita di missionarie della Consolata con
una riflessione semplice e sincera che ognuna di noi è chiamata a fare, e
domandiamoci:
- Quando Padre Fondatore mi guarda, riconosce in
me i tratti di quella sua figlia che lui aveva sognato e desiderato a immagine
della Consolata?
- Le nostre prime Sorelle, guardandomi, mi
riconoscono una di loro? Possono guardarmi con gioia e speranza vedendomi
camminare nell’Amore che va fino alla
fine per annunciare la
Consolazione del Padre?
Loro che partivano con un distacco totale da tutto e da tutti per
sempre, buttando via la vita per il Regno, mi riconoscono loro sorella?
- I miei genitori guardandomi negli occhi ( i
genitori che sono in paradiso, ma ci vedono meglio ancora), sentono veramente
che la mia vita è degna del loro sacrificio?
[…]
Questo
significa celebrare l’Anno della Missione: un desiderio di rinnovarci
nell’entusiasmo santo del dare tutto per la salvezza dell’uomo totale, di tutta
la persona come ha fatto il Figlio. In pratica significa che, per essere
missionaria della Consolata nella mia comunità e tra le persone a cui sono
mandata, io metto gli altri, il loro vero bene, l’annuncio dell’Amore del Padre
al di sopra di ogni mio interesse, di quello che mi è più gradevole, significa
che mi accosto alla persona con l’amore e il rispetto di Dio stesso. […]
Significa che nella mia comunità e fuori di essa io ho un solo, un unico diritto: il diritto di amare ogni
persona, e ognuna di noi deve trovare nell’amore di Cristo che si fa pane
spezzato la forza di dire: Io lo faccio, e questo in modo gratuito. […]
In quel
giorno celebreremo comunitariamente il grande evento come comunità disponibili
all’Amore più grande; e nella
celebrazione dell’Eucaristia in quel giorno lasciamoci spezzare come quel Pane
perché la nostra comunità e i fratelli possano nutrirsi». (Nairobi, 10.11.1994)
* * *
« Il 31 ottobre 1995 ricorrerà il 75° anniversario
della santa morte della Serva di Dio suor Irene Stefani. Penso che sia bene che
noi, sorelle nella Regione Kenya, approfittiamo per contemplare sempre più i
lineamenti di questa nostra sorella che ha tradotto il Carisma nella pratica, e
ci poniamo a confronto, un confronto sereno e sincero, e ci lasciamo mettere in
questione dalla limpidezza e trasparenza d questa vera Figlia dell’Allamano,
nostra sorella. […] Il Capitolo ci ha parlato di profezia, di coraggio dello
Spirito, del diventare comunione …, di rinnovarci, di vivere come suor Irene
per rispondere al gemito dell’umanità, oggi.
Carissime sorelle, camminiamo insieme, con
fiducia, con coraggio ed ottimismo, perché il Dono
Carismatico che Dio ha dato a noi e alla Chiesa tutta attraverso il Beato
Allamano, è seme robusto e vibrante di Vita, di Santità; è seme che attende di
essere irrorato e fatto germogliare dal nostro dono d’amore che va fino in
fondo, fino alla fine!» (Nairobi, 12.10.1995).
* **
La seguente lettera circolare è
stata scritta in un periodo caratterizzato - in Kenya - da gravi disordini e uccisioni con
l’espulsione violenta di tribù da territori di altre tribù. Nel 1997 la nostra parrocchia di Likoni-Mombasa era
diventata punto di riferimento e rifugio per famiglie intere di profughi
riversatisi nel “compound” della
chiesa.
«So che ciascuna di noi è a conoscenza di quanto
sta avvenendo in modo particolare nella zona di Likoni e nella diocesi di
Marsabit ed un po’ dovunque nelle varie zone della Nazione. Sono anche sicura
che ciascuna di noi offre quanto può ed accompagna queste situazioni con fervente preghiera. Guardiamo a quanto
sta avvenendo non per lasciarci intimorire o per fare presagi catastrofici, ma
piuttosto per riconoscere negli avvenimenti che l’oggi ci offre, il Volto del
Padre colmo di amore e compassione che ci invia in mezzo a questa realtà come
ha inviato il Figlio suo prediletto e amatissimo perché ‘i figli tutti
ritornino a casa’.
Sorelle mie carissime, questo è il tempo che il
Signore ci dona perché insieme cerchiamo di costruire comunità che, nella
testimonianza di una vita fraterna vera e oblativa, tutto dona in un amore fino
alla fine, dando testimonianza dell’amore del Padre.
Questo è l tempo nel quale il Figlio ci
chiede di stare in piedi con Lui sulla breccia perché lo spirito del male e
della morte sia vinto dall’Amore che va fino alla fine. […]
Mettiamoci insieme e individualmente davanti a
Gesù Eucaristia – là il Fondatore ci voleva – perché totalmente ci trasformi in
Lui. Solo così potremo vivere nell’Amore che va fino alla fine, in semplicità,
in umiltà, in totalità, come il Fondatore ci voleva.
Vorrei chiedere a ciascuna sorella e a ciascuna
comunità di programmare un tempo straordinario di preghiera davanti al
Santissimo Sacramento. Solo in questo Pane spezzato per noi troveremo la forza
per il cammino. Dinanzi a Gesù Eucaristia offriamo ciascuna di noi, le nostre
Comunità e tutte le persone di questo nostro Kenya». (Nairobi, 24 settembre 1997)
* * *
«Sorelle, lo Spirito Santo che geme nella realtà dell’oggi, ci chiede di
renderci presenti e farci uno con i nostri fratelli e sorelle che soffrono
oppressione, violenza e povertà per l’abuso del potere, di denaro … a causa di
chi strumentalizza gli indifesi e semina morte e distruzione. Lo Spirito della
vita, dell’Amore e della Verità ci invita, quasi ci supplica a prendere le armi
di Gesù – Consolazione - per vincere l’orgoglio, seminatore di morte con l’umiltà, la non violenza, la debolezza.
Affidiamoci alla Madre nostra tenerissima, la Consolata, e preghiamola
che sia lei stessa a consegnarci all’Amore trasformante dello Spirito Santo che
vuole e può accogliere il nostro desiderio e, nonostante la nostra paura e
povertà, ci può trasformare nel Figlio – Consolazione – perché la Consolazione sia data
a quelli ai quali siamo mandate ». (Nairobi,
20.06.1998).
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