Scritti

Vi proponiamo alcuni pensieri tratti dagli scritti della Serva di Dio Suor Leonella Sgorbati:

“… mi sono sentita ABITATA in quel lontano giorno -  aprile 1952 - … e tu mi hai tenuta in te, mio Signore, oppure sei rimasto tu in me…. Mai più sola…ABITATA…” . (dal Diario)

“Vorrei che attorno al Signore, davanti a Lui, noi tutte potessimo cantare quello che a volte cantiamo in chiesa e che io non trovo il coraggio di dire - con cuore semplice e gioioso ho dato tutto. Ma io spero che un giorno il Signore, nella sua bontà, mi aiuterà a dagli tutto o se lo prenderà…perché Lui sa che questo io realmente lo voglio, Lui sa.” (Lettera del 1976)







Noi, sia individualmente che come comunità dobbiamo renderci disponibili al processo dell’Incarnazione del Figlio in noi per poter essere la Consolazione del Padre. Cosa significa questo, in pratica? Significa accogliere che il Figlio sia libero in ciascuna di noi, in me, libero di perdonare attraverso la mia persona a chi mi reca offesa, libero di spezzare il pane della bontà, della comprensione nella mia comunità, libero di farmi percorrere l’itinerario che il Padre ha fatto fare a Lui, con le scelte che il Padre indica. Libero di farmi percorrere il cammino della pazienza, della mansuetudine, dell’umiltà che passa attraverso l’umiliazione … Libero di poter dire attraverso di me - lo Spirito del Signore è su di me … mi ha consacrato e mi manda a portare la buona notizia ai poveri, la libertà ai prigionieri … ad annunciare l’anno della consolazione, a ricostruire le antiche rovine…  Libero di amare attraverso di me con l’Amore più grande, l’Amore che va fino alla fine, che è più forte dell’odio e dell’inferno … nella verità, nella pratica di ogni giorno e di ogni momento” (Da una lettera circolare) 




“Se il mio corpo e il Suo sono una cosa sola, se il mio sangue e il Suo sono una cosa sola, allora è possibile essere sempre dono d'amore per tutti. Sempre, in ogni momento... Allora è possibile testimoniare sempre che Lui c’è e ci ama” (dal ritiro del 2006)

"Perdono! Perdono! Perdono!" (ultime parole di suor Leonella)







Stralci  di lettere circolari di suor Leonella Sgorbati, superiora regionale in Kenya,
(dal 1993 al 1999), alle sue consorelle del Kenya.

« Noi non possiamo soccorrere i bisogni di tutto il mondo, ma abbiamo un inderogabile dovere di essere autentiche testimoni di Cristo nella nostra vita di ogni giorno, qui dove siamo. Sorelle carissime, rivediamo assieme le nostre posizioni: siamo disposte a schierarci dalla parte dei più poveri, dei più bisognosi, aiutandoli a crescere nella totalità senza creare dipendenze? Siamo disposte a scelte che ci renderanno forse meno efficienti, più povere, più spoglie e più abbandonate alla Provvidenza? Siamo disposte ad andare a cercare coloro che il messaggio dell’Amore di Dio non l’hanno mai conosciuto, anche se questo implica distacco e sacrificio fino a dare la vita?
Siamo disposte a dare la vita, a dare il sangue se occorre, testimoniando la mitezza e la mansuetudine del Figlio?... Sì, io credo di sì. Credo che nel cuore di ciascuna di noi è viva e vibrante la freschezza della nostra prima chiamata». (Nairobi, 18.01.1994).





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Il giorno 28.11.1914 arrivavano in Kenya le prime missionarie della Consolata. Si era preparata la celebrazione di questo ottantesimo anniversario (1994) con un “Anno della Missione”,  ossia un anno intero di preparazione. Sr. Leonella scriveva  per questa circostanza la seguente lettera circolare da cui stralciamo qualche paragrafo:

   […] «A conclusione di questo “Anno della Missione”, prendiamo in mano la nostra vita di missionarie della Consolata con una riflessione semplice e sincera che ognuna di noi è chiamata a fare, e domandiamoci:
- Quando Padre Fondatore mi guarda, riconosce in me i tratti di quella sua figlia che lui aveva sognato e desiderato a immagine della Consolata?
- Le nostre prime Sorelle, guardandomi, mi riconoscono una di loro? Possono guardarmi con gioia e speranza vedendomi camminare nell’Amore  che va fino alla fine per annunciare la Consolazione del Padre?  Loro che partivano con un distacco totale da tutto e da tutti per sempre, buttando via la vita per il Regno, mi riconoscono loro sorella?
- I miei genitori guardandomi negli occhi ( i genitori che sono in paradiso, ma ci vedono meglio ancora), sentono veramente che la mia vita è degna del loro sacrificio?    […]
  Questo significa celebrare l’Anno della Missione: un desiderio di rinnovarci nell’entusiasmo santo del dare tutto per la salvezza dell’uomo totale, di tutta la persona come ha fatto il Figlio. In pratica significa che, per essere missionaria della Consolata nella mia comunità e tra le persone a cui sono mandata, io metto gli altri, il loro vero bene, l’annuncio dell’Amore del Padre al di sopra di ogni mio interesse, di quello che mi è più gradevole, significa che mi accosto alla persona con l’amore e il rispetto di Dio stesso. […] Significa che nella mia comunità e fuori di essa io ho un solo,  un unico diritto: il diritto di amare ogni persona, e ognuna di noi deve trovare nell’amore di Cristo che si fa pane spezzato la forza di dire: Io lo faccio, e questo in modo gratuito. […]
  In quel giorno celebreremo comunitariamente il grande evento come comunità disponibili all’Amore più grande;  e nella celebrazione dell’Eucaristia in quel giorno lasciamoci spezzare come quel Pane perché la nostra comunità e i fratelli possano nutrirsi». (Nairobi, 10.11.1994)

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« Il 31 ottobre 1995 ricorrerà il 75° anniversario della santa morte della Serva di Dio suor Irene Stefani. Penso che sia bene che noi, sorelle nella Regione Kenya, approfittiamo per contemplare sempre più i lineamenti di questa nostra sorella che ha tradotto il Carisma nella pratica, e ci poniamo a confronto, un confronto sereno e sincero, e ci lasciamo mettere in questione dalla limpidezza e trasparenza d questa vera Figlia dell’Allamano, nostra sorella. […] Il Capitolo ci ha parlato di profezia, di coraggio dello Spirito, del diventare comunione …, di rinnovarci, di vivere come suor Irene per rispondere al gemito dell’umanità, oggi.
Carissime sorelle, camminiamo insieme, con fiducia, con coraggio ed ottimismo, perché il Dono Carismatico che Dio ha dato a noi e alla Chiesa tutta attraverso il Beato Allamano, è seme robusto e vibrante di Vita, di Santità; è seme che attende di essere irrorato e fatto germogliare dal nostro dono d’amore che va fino in fondo, fino alla fine!» (Nairobi, 12.10.1995).

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La seguente lettera circolare è stata scritta in un periodo caratterizzato - in Kenya -  da gravi disordini e uccisioni con l’espulsione violenta di tribù da territori di altre tribù. Nel 1997 la  nostra parrocchia di Likoni-Mombasa era diventata punto di riferimento e rifugio per famiglie intere di profughi riversatisi nel “compound” della chiesa.

«So che ciascuna di noi è a conoscenza di quanto sta avvenendo in modo particolare nella zona di Likoni e nella diocesi di Marsabit ed un po’ dovunque nelle varie zone della Nazione. Sono anche sicura che ciascuna di noi offre quanto può ed accompagna queste situazioni  con fervente preghiera. Guardiamo a quanto sta avvenendo non per lasciarci intimorire o per fare presagi catastrofici, ma piuttosto per riconoscere negli avvenimenti che l’oggi ci offre, il Volto del Padre colmo di amore e compassione che ci invia in mezzo a questa realtà come ha inviato il Figlio suo prediletto e amatissimo perché ‘i figli tutti ritornino a casa’.
Sorelle mie carissime, questo è il tempo che il Signore ci dona perché insieme cerchiamo di costruire comunità che, nella testimonianza di una vita fraterna vera e oblativa, tutto dona in un amore fino alla fine, dando testimonianza dell’amore del Padre.
Questo è l tempo nel quale il Figlio ci chiede di stare in piedi con Lui sulla breccia perché lo spirito del male e della morte sia vinto dall’Amore che va fino alla fine. […]
Mettiamoci insieme e individualmente davanti a Gesù Eucaristia – là il Fondatore ci voleva – perché totalmente ci trasformi in Lui. Solo così potremo vivere nell’Amore che va fino alla fine, in semplicità, in umiltà, in totalità, come il Fondatore ci voleva.
Vorrei chiedere a ciascuna sorella e a ciascuna comunità di programmare un tempo straordinario di preghiera davanti al Santissimo Sacramento. Solo in questo Pane spezzato per noi troveremo la forza per il cammino. Dinanzi a Gesù Eucaristia offriamo ciascuna di noi, le nostre Comunità e tutte le persone di questo nostro Kenya». (Nairobi, 24 settembre 1997)





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«Sorelle, lo Spirito Santo che  geme nella realtà dell’oggi, ci chiede di renderci presenti e farci uno con i nostri fratelli e sorelle che soffrono oppressione, violenza e povertà per l’abuso del potere, di denaro … a causa di chi strumentalizza gli indifesi e semina morte e distruzione. Lo Spirito della vita, dell’Amore e della Verità ci invita, quasi ci supplica a prendere le armi di Gesù – Consolazione - per vincere l’orgoglio, seminatore di morte  con l’umiltà, la non violenza, la debolezza.
Affidiamoci alla Madre nostra tenerissima, la Consolata, e preghiamola che sia lei stessa a consegnarci all’Amore trasformante dello Spirito Santo che vuole e può accogliere il nostro desiderio e, nonostante la nostra paura e povertà, ci può trasformare nel Figlio – Consolazione – perché la Consolazione sia data a quelli ai quali siamo mandate ». (Nairobi, 20.06.1998).














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